domenica 14 febbraio 2016

Il perché di un nome.

La parola blog – stando a quella che è o diventerà la più consultata raccolta enciclopedica di tutti i tempi ossia “Wikipedia ” – deriva da web e log, ossia “diario in rete”. Il termine “diario” evoca in me – e credo quasi in tutti - un qualcosa di personale e libero. Cartaceo o smaterializzato che sia è quel supporto ove si annota un po’ ciò che pare. Spesso, per un criterio di buon ordine sulla copertina si mette un titolo: è quello che ho fatto denominandolo “Rerum liturgicarum”. Questo titolo coincide anche con l’opera del grande erudito cardinale Giovanni Bona , ma posso assicurare che è, ovviamente, una mera coincidenza, un caso di omonimia senza risibile pretesa alcuna.
 
Il diario è espressione di chi lo redige: se esso è incline alle digressioni e agli “off topic”, ciò si evidenzierà anche nel suo diario e se questo vale per la carta ritengo possa valere anche per il web.
 
Se da un sito web propriamente detto dal quale è lecito aspettarsi organicità e sistematicità di contenuti, non è altrettanto ovvio per quello che non è niente altro che un diario. Un diario senza pretese.
 
Scriverò soprattutto di liturgia, fedele al proposito del titolo, ma non meravigliatevi se troverete anche cose diverse: potrei parlare di storia, di ordini cavallereschi, di genealogia ma anche di cose, se vogliamo, più “frivole” come pipe, tabacchi, profumi, rasoi. Ecco perché ho sottotitolato l’altisonante “Rerum liturgicarum” con un prosaico “e altro” prendendomi, fin dai propositi, questa libertà.
 
Ebbene sì: sono disordinato e disordinato sarà anche il mio blog!
 
Un cordiale benvenuto a tutti i visitatori!
 
Francesco G. Tolloi
 
francesco.tolloi@gmail.com
 

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