La figura di Archdale Arthur King
(1890-1972) non è molto nota al pubblico italiano. Eppure questo insigne storico
inglese della liturgia ha lasciato opere che eccellono per puntuale sintesi
e per severo rigore delle fonti documentali e bibliografiche di riferimento.
Tra gli altri pregi dell’abbondante produzione dell’autore, va annoverata, di
riflesso, la possibilità di infrangere la falsa e pretestuosa idea di assoluta
uniformità ed immobilismo legata alla liturgia nell’Occidente, soprattutto dopo
Trento, prima della “primavera” (risum teneatis, amici) del Concilio
Vaticano II. Titoli del prolifico studioso inglese come Liturgy of the
Primatial Sees e Liturgies of the Religious Orders – edite negli
anni Cinquanta dello scorso secolo e rieditate in anastatica non troppi anni fa
dal tedesco Nova et Vetera Verlag – consentono di muoversi, condotti da
mano robusta e sicura, tra riti ed usi radicati presso particolari sedi
diocesane (es. Milano, Braga) o presso Ordini religiosi (premostratensi,
certosini) scorgendo una varietà che, paradossalmente è stata
falciata proprio nella fase applicativa della Costituzione Sacrosantum
Concilium che nel suo dettato lodava il pluralismo e la legittima diversità.
Tra gli usi liturgici diversi dal
romano un ruolo di primo piano è senz’altro ricoperto dall’ “uso domenicano”:
la liturgia dei figli di San Domenico non restò confinata in seno alle chiese
conventuali dell’Ordine ma, per diversi motivi e circostanze storiche, fu accolta
ed adoperata per secoli anche da altre realtà come diocesi (es. Zagabria/Agram),
Ordini (es. l’Ordine Teutonico che diffuse
l’uso nei territori da essi conquistati), corti (es. quella d'Inghilterra) ed i libri conobbero
persino la traduzione in altre lingue per lo zelo missionario dei frati predicatori
(es. lingua armena).
Le edizioni Radio Spada, nel
corso del 2022, hanno dato alle stampe: Il Rito Domenicano. Storia e
Liturgia. (ISBN 978-88-98766-85-7): si tratta della sezione, dedicata appunto
all’ “uso domenicano”, della menzionata Opera del King Liturgies of the
Religious Orders, Londra, Longmans, Green & Co., 1955. A curarne l’edizione
italiana è stato un giovane religioso svizzero, l’amico padre Didier Pietro Maria
Baccianti O.P. che registra così il primato, assieme al benemerito editore, di
presentare per la prima volta edita una traduzione italiana, pur in questo caso
parziale, tratta dalla prolifica produzione del liturgista inglese.
L’agile volume di Radio Spada consta
di 160 pagine nelle quali si ripercorre, per sommi capi, la storia dell’Ordine
Domenicano, l’architettura ad esso legata, le fonti della liturgia fino ad
addentrarsi nelle caratteristiche e peculiarità. La liturgia dei domenicani è
perfettamente integrata e rispondente alle esigenze dell’Ordine e del suo peculiare
carisma e vocazione. Tratto comune di questo “uso liturgico” è senz’altro la sostanziale
brevità e sobrietà che l’attento osservatore – avvezzo alla celebrazione
tradizionale del rito romano – riesce a cogliere con agio quasi immediatamente,
anche assistendo ad una semplice Messa letta celebrata con Il Missale Sacri Ordinis
Prædicatorum. Lo snellimento nelle apologiæ (preghiere d’inizio
Messa ai piedi dell’altare) durante le quali si prepara anche il calice, la
brevità dei riti offertoriali con la simultanea presentazione del calice e dell’ostia,
la semplicità dei riti che accompagnano la comunione del celebrante (che porta
l’Ostia alla bocca con la mano sinistra, la mano del cuore) ecc. sono solo
alcuni dei tratti caratteristici dell’ “uso domenicano”, costumi talvolta
esclusivi e che, invece, alle volte riscontreremo anche in altre tradizioni occidentali
(es. le “braccia a croce” all’anamnesi, Unde et memores). In altre
parole, la caratteristica dei frati domenicani di essere “soldati leggeri della
Chiesa”, deputati agli incalzanti ritmi della vita apostolica, trova
rispondenza nei connotati caratteristici che si evincono dai libri liturgici e
che, ovviamente, non si limitano alla celebrazione della Messa letta ma
abbracciano l’intera vita liturgica dei conventi dell’Ordine. Breviter et
succinte recitano infatti le antiche Costituzioni domenicane a proposito
delle celebrazioni che ebbero la loro codificazione nel XIII secolo durante il
governo di Umberto di Romans, quinto Maestro Generale dell’Ordine e che da
allora si preservarono sostanzialmente intatte fino a quasi il loro abbandono
nella seconda metà del Novecento.
Il volume qui presentato passa sinteticamente in
rassegna le celebrazioni solenni, quelle peculiari del cursus dell’anno
liturgico (es. Settimana Santa), del Santorale, dell’Ufficio Divino, senza trascurare
qualche riferimento al cantus planus nella particolare vulgata
dei libri dei Predicatori.
Messa solenne secondo l' "uso domenicano" Ministri "in colonna" al Vangelo. |
Messa solenne secondo l' "uso domenicano" Gli accoliti con i flabelli. (uso peculiare di alcuni conventi) |
L’augurio sincero che mi promana dal cuore è che quello che è stato un vero atto di amore verso il suo Ordine, la sua storia e la sua spiritualità (ebbene sì: spiritualità e liturgia possono e devono stare nella stessa frase) da parte del caro padre Didier ed il coraggio editoriale di Radio Spada, non si fermino e che l’iniziativa costituisca volano di uno sano spirito di emulazione. Molti usi locali e peculiari aspettano di essere conosciuti e meritano di esserlo: l’uso lionese, l’uso di Braga, l’uso cistercense, l’uso carmelitano ecc. attendono solo di essere scoperti e studiati e l’opera del King costituisce senz’altro un ottimo punto di partenza ed una solida premessa. Conoscere è presupposto per amare. È un augurio che ritengo si carichi di significato e di importanza in questi anni di persecuzione da parte di quella Sede che questa ricchezza e questa varietà dovrebbe tutelare e non cancellare come maldestramente e con tanta acredine tenta.
Il libro viene distribuito
direttamente da Radio Spada: acquisto libro, al costo di 16 €, ed è reperibile anche nelle
librerie e tramite i principali circuiti di diffusione, un libro che non deve mancare
nelle biblioteche di chi ama la liturgia!
Francesco G. Tolloi
francesco.tolloi@gmail.com
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