L’occasione della Dedicatio Sancti Michaëlis
mi suggerisce di riprendere, con lievissimi accomodamenti non sostanziali, un
articolo che, nel 2021, scrissi per Il Domenicale di San Giusto (Settimanale della diocesi di Trieste, 26
settembre 2021) approssimandosi appunto la medesima festa.
Sancte Michaël Archángele, defénde nos in
prǽlio!
Francesco G. Tolloi
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È un culto che attraversa i
secoli quello per l’Arcangelo Michele, Principe delle Milizie Celesti, spesso
consacrato dall’iconografia nell’atto di trafiggere il demonio. Già nel V
secolo moltissime chiese d’Oriente ed Occidente sono dedicate all’Arcangelo, il
cui nome significa “Chi è come Dio?”, quasi una convinta eco al primo dei
Comandamenti. Basti ancora pensare alla linea retta che attraverserebbe i tre
luoghi micaeliti per eccellenza (Mont Saint Michel in Normandia, la Sacra di
San Michele in Piemonte e Monte Sant’Angelo sul promontorio garganico) per convincersi
di quanto questo culto fosse diffuso e geograficamente esteso.
La Festa del 29 settembre trae origine dalla Dedicazione di una chiesa romana che potrebbe essere il più importante santuario micaelico della città al VII miglio della Salaria (VI secolo). Le fonti liturgiche antiche, come il Sacramentario Leoniano, assegnavano ben cinque Messe in questa ricorrenza che il Martirologio Geroniminiano tramanda come Natalis Basilicae Sancti Angeli in Salaria. Proprio attraverso la ricorrenza della Dedicatio si ricorda e venera San Michele, posto da Dio al vertice delle gerarchie angeliche, quasi a voler riassumere nella sua figura la dulia per gli angeli ispirata dalla Sacra Scrittura e dalla liturgia che ne fa reiterata menzione.
Le prime tracce attestate di un
culto micaelico ci portano in Frigia, nel I secolo, ove, a seguito di
un’apparizione di San Michele, sarebbe scaturita una fonte d’acqua in grado di sanare
qualsiasi malattia (Cheretopa, presso Colossi,) e ancora, nel IV secolo, ove
l’acqua che zampillava da una crepa nella roccia, aperta dallo stesso Michele, era
ritenuta parimenti curativa (Kone). Di queste arcangelofanie orientali
si ha ricordo nella celebrazione bizantina fissata il 6 settembre. Appare interessante di come l’aspetto
taumaturgico si accompagni alla figura militare di un San Michele
campione di Dio, che si fa particolarmente evidente a Costantinopoli, città
nella quale sorgevano una quindicina di chiese dedicate all’Arcangelo. Qui,
presso santuario di Sosthenion, stando alle cronache di Sozomeno, veniva
praticata l’incubazione: l’ammalato veniva ricoverato per una notte
negli spazi sacri, ove, per mezzo dell’intervento di San Michele, sarebbe stato
sanato.
La data del 29 settembre, al di là della coincidenza con la Dedicatio della Basilica alla Salaria, va ricondotta anche alle diverse apparizioni dell’Arcangelo sul Gargano, di cui si ha una festa celebrata, fino all’epoca di San Giovanni XXIII, l’8 maggio, data coincidente con la vittoria navale longobarda sui bizantini riportata nel 663. Secondo la Leggenda Aurea la vittoria longobarda sarebbe, invece, avvenuta nel 492, per tale motivo il vescovo di Siponto (oggi Arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo) San Lorenzo Maiorano, in ringraziamento, decise di consacrare come chiesa lo speco dove, qualche anno prima, San Michele apparve e scacciò un toro (probabile allusione al residuale culto pagano che si praticava in quelle zone nei confronti di una divinità tauriforme). L’Arcangelo però, manifestatosi al Vescovo, lo avvertì di recarsi semplicemente in quel luogo a celebrare i Sacri Misteri, posto che il sito era già stato consacrato dalla sua apparizione, e ciò avvenne proprio il 29 settembre del 493.
San Michele Arcangelo (Guido Reni) |
A Roma, verosimilmente, la Festa
della Dedicazione si sovrappose ad un culto già strutturato dell’Arcangelo
Michele e delle gerarchie angeliche e progressivamente finì per sostituirlo.
Stando al Prologo di Ocrida, nell’Urbe, ma anche ad Alessandria, era attestata
ancora nel IV secolo una celebrazione l’8 novembre. La scelta del mese è
riconducibile al pensiero di San Dionigi l’Areopagita, secondo cui la creazione
del mondo sarebbe avvenuta a marzo, mentre nel nono mese successivo sarebbero
state stabilite le Gerarchie angeliche. La festa si riscontra ancora nel minologion
bizantino: assieme a Michele, l’Archistratega, vengono celebrati
l’Arcangelo Gabriele e tutte le schiere degli Angeli. Al sinassario del
Mattutino (orthròs) della Festa vengono infatti cantati due trimetri
giambici per San Michele, due per San Gabriele, uno per gli altri Arcangeli e
due, infine, per tutti i Cori Angelici.
La configurazione della Festa del
29 settembre, derivata dalla riforma liturgica che ha fatto seguito al Concilio
Vaticano II, prevede, assieme alla celebrazione dell’Arcangelo Michele, quella
degli Arcangeli Gabriele e Raffaele, accumunati dal fatto che dei loro nomi si
fa menzione nella Scrittura (altri nomi si conoscono probabilmente
dall’apocrifo di Enoch e talvolta li si trovano menzionati, ad esempio in testi
esorcistici medievali).
Sebbene anche prima della
suddetta riforma i testi liturgici sottolineassero un onore tributato a Michele
non tanto singolarmente ma quanto a capo delle Gerarchie Celesti, gli Arcangeli
Gabriele e Raffaele avevano delle Feste proprie. San Gabriele era festeggiato
il 24 marzo, in quanto messo in stretta correlazione con il mistero
dell’annuncio a Maria di cui si fa memoria il giorno 25 (nell’uso costantinopolitano
vi è una sinassi di San Gabriele il giorno successivo). San Raffaele invece lo
si trova in date diverse, ad esempio nella vicina Venezia, sino all’epoca di
San Pio X (promulgazione dei Propria da parte del Patriarca Pietro La
Fontaine), lo si festeggiava la IIa domenica dopo Pasqua, mentre
altrove la Festa era comunemente fissata al 24 ottobre. Si tratta, in ogni
caso, di feste entrate nel Calendario universale piuttosto tardivamente (con
rito duplex majus), tanto che nelle edizioni dei libri liturgici
promulgati ad mentem delle riforme di San Pio X (es. la typica
del 1920 del Messale) sono ancora annoverate ancora tra le Feste pro
aliquibus locis. Per quanto attiene invece gli Angeli Custodi, si riscontra
una Festa liturgica celebrata sin dal XV secolo nella Francia e nelle Ispagne.
Dopo alterne fortune fu inserita nel Calendario Universale da Clemente X
(1670). Detta Festa (nel calendario riformato è attualmente Memoria) è
fissata il 2 ottobre.
Francesco G. Tolloi
francesco.tolloi@gmail.com
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