Alla vigilia della festa di Sant'Agostino Vescovo, Confessore e Dottore della Chiesa, essendo assiso sul soglio di San Pietro un papa agostiniano, ho pensato di condividere con i miei lettori una sequenza in onore di questo grande Santo conservata nel repertorio liturgico della famiglia religiosa che da lui prende il nome.
L'ho trascritto dal Proprium Missarum et Officiorum Ordinis Eremitarum Sancti Augustini jussu Reverendissimi Patris Prioris Generalis P. Mag. Eustasii Esteban editum, Tornaci, Desclée, 1926, pagg. 128 e ss.
Trattasi di un testo non del tutto sconosciuto, per altro messo in musica, ad esempio, da Michael Haydn (1737-1806) e dal capodistriano Antonio Tarsia (1643-1722) qui presentato nella sua versione "gregoriana" nella restituzione solesmense.
Questo mio post vuole essere una sorta di "messaggio nella bottiglia"...chissà che qualche comunità agostiniana imbattendosi in questo blog non decida di cantarlo? Ma se l'utilizzo originario come sequenza spetta agli agostiniani, non vieta ad altri di adoperarlo come canto aggiuntivo (ad esempio all'offertorio) celebrandosi la Messa del grande vescovo di Ippona cui si attribuisce la celebre massima "qui cantat bis orat". Di un utilizzo in questa fattispecie più allargata si ha anche contezza storica, visto che tale brano lo si riscontra anche in una raccolta francescana dei primi del Novecento pur con una melodia differente (cfr. Cantus Varii Romano-Seraphici, Tornaci, Desclée, 1902, pagg. 193 e ss.).
Metto dunque a disposizione dei miei lettori la possibilità di effettuare il download in due modalità: l'opuscolo con le trascrizioni e lo stesso già correttamente imposto per la stampa, su formato A4, con successiva piegatura.
Chi desiderasse i files in formato gabc, utili soprattutto qualora si volesse dare una diversa veste grafica, può richiedermeli a mezzo email.
Sancte Augustíne, ora pro nobis.
Francesco G. Tolloi
> scarica l'opuscolo ottimizzato per la stampa.
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